venerdì 14 dicembre 2012

L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE FA ACQUA DA TUTTE LE PARTI

Via Calabria

Via Calabria

Via Roma

Via Calabria, ci sono voluti circa 10 giorni per intervenire

Via Taranto, c'è voluto circa un mese per intervenire

martedì 4 dicembre 2012

dal "Corriere del Giorno" del 30 novembre 2012


Lo scontro in Consiglio: presidente e vice nel mirino dell'opposizione per il Bilancio-lampo

Castellaneta, sfiducia oppure dimissioni per finirla con la malapolitica?


 
CASTELLANETA – Il dilemma e l’alba.
Dal bilancio, veloce quasi come un fulmine, alla sfiducia consegnata su carta, poi parlata e forse urlata e degenerata in avanspettacolo sui tanti video del web e in tv con Striscia la notizia.
I sei consiglieri d’opposizione, Rocco Loreto, Leonardo Rubino, Michele D’Ambrosio, Stefano Ignazzi, Giuseppe Rochira e Maurizio Cristini hanno presentato una mozione di sfiducia contro il presidente del consiglio Carlo Nardulli e la vicepresidente Simonetta Tucci.
Nella pagina si leggono severe parole: l’art. 54 della Costituzione prescrive l’adempimento con onore delle pubbliche funzioni, l’art. 8 del Regolamento comunale prescrive che la presidenza tuteli con imparzialità la dignità, il ruolo e le prerogative dei consiglieri comunali; prescrizioni violate nel Consiglio comunale del 3 novembre 2012 con “comportamenti scomposti, ribalda spavalderia, ilarità fuori luogo” contravvenendo “in modo plateale ai doveri di imparzialità e alle responsabilità” con anche vilipendio “della dignità e del ruolo del Consiglio comunale” e “incalcolabile danno all’immagine e al ruolo della massima Assise comunale, espressione della rappresentanza e sovranità del corpo elettorale”.
La mozione di sfiducia, pur destinata alla reiezione, consegnando il dibattito agli atti consiliari, fa diventare eterni quei tre minuti, che da voler essere giocosi son diventati infausti, un marchio d’infantilismo, peggiore della ribalderia, su tutta la maggioranza, che però resta impresso sui presidenti.
Il dibattito che si terrà il cinque dicembre non potrà non essere al calor bianco, cioè scantonerà nei personalismi: per le istituzioni e la storia cittadine, un momento più buio di quello del bilancio dello sgarbo istituzionale e umano: una situazione macbettiana, il male tira il male, o, per dirla con un eloquente proverbio: di male in peggio.
E’ stato detto che la misura per il comportamento verso altri è quella del comportamento che non si vorrebbe verso se stessi. Ma una volta commesso l’errore c’è un solo modo per ripararlo: riconoscerlo e uscir di scena, in modo che non se ne parli più. In Italia, però, l’uscir di scena non si usa nemmeno per conclamati reati, che si può pretendere da uno scherzo di cattivo gusto?
Epperò bisogna pur cominciare. Oggi anche dal più sperduto quartiere nazionale sale il grido di compostezza, di essere e sembrare irreprensibili, essere austeri a cominciare da se stessi, per dirla col più famoso censore dell’umanità, Catone.
Presidente e vicepresidente sono alle prese con un gravoso dilemma: essere sommersi essi, la loro storia e le istituzioni dalla censura di sei colleghi e di molti cittadini, o impedire la scrittura di quest’altro capitolo di malapolitica? Sentire le dure parole di rimprovero e derisione della sfiducia, o dimettersi?
Non è tardi per essi almeno per liberare lo scranno presidenziale e, così facendo, suturare la ferita inferta alle istituzioni e alla propria dignità, e creare le condizioni della riabilitazione.
E per far ammirare anche una tersa alba di una politica di servizio alla città, invece che a se stessi.

mercoledì 14 novembre 2012

messaggio di Cristiano Rizzi su Facebook del 8 novembre 2012

Cristiano Rizzi Invito tutti miei amici di fb a leggere questo articolo scritto dal nostro concittadino Massimo D'Onofrio a cui va il mio più sincero plauso per le argomentazioni spese che mi sento di condividere in pieno. Ho visto che in questi giorni si è fatto un gran parlare di quanto accaduto in Consiglio Comunale e qualcuno si è preso persino la briga di verificare il mio voto all'interno del sondaggio lanciato dai ragazzi di ViviCastellaneta. Posso solo aggiungere che, per quanto mi riguarda, all'indomani delle elezioni comunali mi ero ripromesso di aspettare un anno per esprimere un primo giudizio sull'attuale amministrazione. E ciò, sulla scia di quanto dichiarato ed auspicato dal sindaco Gugliotti circa la necessità di coinvolgere fattivamente l'opposizione nel governo della città. Ebbene, quanto accaduto, di fatto, smentisce le buone intenzioni che, alla prova dei fatti, si sono risolte in una indegna farsa. A Giuseppe Rochira, a Maurizio Cristini e a tutti i consiglieri di opposizione va la mia personale solidarietà. Quello che è successo altro non è che la rappresentazione in piccolo di quanto accaduto in questi anni. Parlamento e consigli regionali pieni zeppi di "nani veline e valletti/Minetti" buoni solo ad alzare la mano magari senza nemmeno sapere quello per cui sono chiamati a votare. Tanto è vero che il Presidente Berlusconi ha sempre ribadito che, fosse per lui, in Parlamento sarebbero sufficienti una decina di persone. ...non a caso la gente è stufa e sfiduciata della politica e dei politici. Ecco, mi auguro che alle scuse (davvero inutili e puerili vista l'evidente ed accurata premeditazione di quanto accaduto) seguano fatti concreti e che più che all'orario si cerchi di realizzare qualcuna delle tante promesse fatte in campagna elettorale. Hai proprio ragione Massimo ..."povera democrazia!".

comizio pubblico del 11 novembre 2012 seconda parte


comizio pubblico del 11 novembre 2012 prima parte


da "La Gazeeta del Mezzogiorno" del 11 novembre 2012


da "La Gazzetta del Mezzogiorno" del 13 novembre 2012


lunedì 12 novembre 2012

dal Corriere del Giorno

Comizio dei consiglieri del Patto e del centrosinistra, con Confagricoltura e Tavolo Verde. Il bilancio-lampo e lo sfregio alla democrazia

Castellaneta, opposizioni in piazza: “Fermiamo il crollo etico”

Il Pug scomparso dopo il sequestro della Dda di un suolo d’espansione di 3,8 ettari



CASTELLANETA – Il botto finale.
Dieci oratori; piazza piena e attenta; tema prevalente: crollo morale dell’Amministrazione, con oltraggio alla democrazia; proposito: mozione di sfiducia all’ufficio di presidenza, Carlo Nardulli e Simonetta Tucci; notizia: Pug scomparso dopo il sequestro della DDA di Lecce di 3,8 ettari in zona d’espansione, data da Rocco Loreto in chiusura della serata; novità: con i politici hanno parlato i rappresentanti di Confagricoltura e Tavolo Verde; significato politico: unione delle opposizioni e breve apparizione in uno spazio vuoto, per poter essere visto, del sindaco Giovanni Gugliotti; immagine: nella seduta del bilancio dei tre minuti, l’alzarsi delle mani era fuggitivo come l’uscita dall’aula.
Apre Donato Petrosino (Sel), che denuncia il tradimento della maggioranza dell’art. 54 della Costituzione e ammonisce che con siffatta malapolitica si allontanano i giovani. Gianfranco Nardulli (Idv): nessun riscontro alle nostre proposte. Dario Polito (Pd): Senza confronto può esistere la legalità? Giovanna Capriulo (Tavolo Verde): l’agricoltura è in crisi, Clini, parlando di frutti avvelenati, ha peggiorato la situazione, se cade l’agricoltura cade l’economia cittadina, chiediamo collaborazione, ma otteniamo il massimo dell’Imu, che non possiamo pagare, è necessaria una politica seria. Gerardo Giovinazzi (Confagricoltura): da cittadino sono indignato per il bilancio approvato senza essere stato discusso, avrebbero potuto essere indicate soluzioni vantaggiose per tutti. Michele D’Ambrosio (Con Rocco Loreto): nessun riguardo per il Consiglio comunale e la città, eppure Gugliotti fino ad allora non aveva fatto che proporre confronto. Nardulli ha ridicolizzato il suo ruolo. E facile amministrare aumentando le tasse, invece di ridurre le spese. Leonardo Rubino (Lista Emiliano): il bilancio non è sequela di numeri, ma governo della città, reperimento e spesa di soldi pubblici. Maurizio Cristini (Progetto Comune): Ci siamo accorti di qualcosa di nuovo in questi cinque mesi? Nulla. Nessun introito dai tre milioni che avanziamo. Dove non si progetta il futuro ci sarà massacro sociale. In paese c’è rischio etico. Giuseppe Rochira (Patto): Finora in ogni Consiglio ha ritardato la maggioranza. Ci eravamo illusi per qualcosa di nuovo, sono quelli che erano. Ma quando siete tornati a casa eravate soddisfatti della burla? Rocco Loreto (leader del centrosinistra): Per Obama deve venire il meglio, per noi il peggio. Il discorso polifonico e convergente di questo palco annuncia la speranza che sta per cessare il deficit di democrazia. Non hanno voluto discutere per nascondere la situazione di pre dissesto e per sfuggire alle nostre proposte alternative: più introiti dall’eolico, cancellazione delle false residenze a Castellaneta Marina. Avremmo potuto essere uno dei comuni più ricchi, invece siamo alle sconcezze, che possono essere evitate solo con la partecipazione civica.
In molti discorsi aleggiava l’acquaforte di Francisco Goya: il sonno della ragione genera mostri.
Michele Cristella

Aldo Pentassuglia (UDC): "mi dissocio dal centrodestra e chiedo scusa a Castellaneta"

Sono Aldo Pentassuglia il responsabile politico della sezione dell’UDC di Castellaneta.

Nella fase preelettorale u.s. il mio apporto è stato determinante per la designazione a candidato sindaco del Centro Destra dell’avv. Giovanni Gugliotti nonché per la sua elezione a Sindaco della Città.

Presentazione lista UDC - Comunali 2012


Per consentire l’acquisizione del più largo consenso elettorale della coalizione di Centro Destra ho dato larga ospitalità nella lista UDC anche agli ex amministratori della amministrazione “D’Alessandro” che alcuni giorni prima della presentazione delle liste si erano qualificati appartenenti ad altre formazioni politiche diverse dall’UDC.

Volutamente non ho inteso effettuare alcuna selezione nella formazione della lista UDC perché, ingenuamente, ho creduto nelle persone e nel programma elettorale del candidato sindaco nell’intento di far rinascere questo martoriato paese ormai collassato. Mi sono sbagliato.
Ho iniziato subito a nutrire dubbi e perplessità verificando il comportamento del Sindaco che prima delle elezioni era tanto disponibile e loquace al telefono, mentre il giorno dopo non rispondeva più alle chiamate.

I comportamenti degli amministratori di maggioranza hanno continuato ad alimentare i mie dubbi e perplessità che si sono trasformate in certezze nel vedere le modalità di adozione degli ultimi atti in consiglio comunale, e mi riferisco:
  • Alle modalità di sostituzione del Segretario Comunale;
  • All’aumento indiscriminato delle tasse comunali;
  • Alle modalità di approvazione del Bilancio di previsione e degli atti propedeutici avvenuto in tempi da Guinness dei primati 3 minuti circa.
Le modalità di approvazione, come vanno dicendo gli addetti ai lavori, potranno essere dal punto di vista tecnico regolari (cosa tutta da verificare con leggi alla mano), ma di certo dal punto di vista Politico inammissibili.
E’ stata calpestata ed umiliata la DEMOCRAZIA.

Questa vile operazione è stata in qualche modo favorita dal comportamento dormiente dei consiglieri di opposizione che sono tutti arrivati in ritardo, a quanto pare hanno preferito riposare qualche minuto in più invece di vigilare sul corretto funzionamento delle istituzioni.

Per tutti questi motivi lo scrivente in qualità di rappresentante politico dell’UDC si dissocia dalla attuale maggioranza e dal Sindaco e fornisce le proprie scuse alla Cittadinanza per aver commesso l’errore di credere nella coalizione di centro destra così rappresentata.
Sbagliare è umano perseverare nell’errore è diabolico.

Castellaneta, lì 10/11/2012.
Aldo Pentassuglia

lunedì 5 novembre 2012

dal "Corriere del Giorno" del 5 novembre 2012

l'analisi/Il Bilancio votato in cinque minuti: fenomenologia di una certa politica

Il caso Castellaneta, senza opposizione democrazia monca


 
Per far nascere la democrazia ci sono voluti secoli, ma bastano cinque minuti per farne poltiglia. Il caso di Castellaneta – pochi giri d’orologio per approvare il Bilancio di previsione con un’alzata di mano e senza alcuna discussione, figurarsi con l’opposizione – è un sintomo, l’ennesimo, della patologia di cui soffre la democrazia contemporanea, almeno in Italia.
Senza tirare in ballo la Costituzione di Clistene (Atene, 507 avanti Cristo) o tutto ciò che ne è derivato sino alla Rivoluzione Francese del 1789, per capire quanto la democrazia sia argomento delicato, basti ricordare ciò che ne pensava Winston Churchill, uno che il “governo del popolo” (secondo l’etimologia greca) l’ha difeso dal Nazifascismo: «La democrazia è la peggiore forma di governo, a eccezione di tutte le altre». E’, insomma, una forma di governo perfettibile con un problema di fondo: ci sarà sempre chi brigherà, o agirà, per ottenere l’esatto opposto. Dunque, è come correre su un tapis roulant, sempre in precario equilibrio. E ogni tanto si finisce a gambe levate.
A Castellaneta, nel loro molto piccolo, è andato in scena un episodio – singolo, vogliamo crederlo – di democrazia minore, una specie di amministrazione col cronometro in cui non è prevista la controparte, cioè l’opposizione, perchè avvertita come un fastidio. Una roba che, appunto, fa perdere tempo ad una maggioranza fast-food che, come fosse un cibo precotto “scongela” un atto fondamentale come il bilancio e lo cuoce a puntino. E giù coi baci al volo, il darsi di gomito e i sorrisini come in un filmetto di Pierino, alias Alvaro Vitali, per la “geniale trovata”.
Senza minimamente tener conto che aspettare qualche minuto (al di là dell’avvilente premeditazione del blitz, preparato come in un film di spie con gli orologi sincronizzati) oltre a chiamare in causa la pura buona creanza, rappresenta semplicemente il modo per rendere compiuto il rito democratico, altrimenti monco, che si consuma nel Consiglio comunale. Se manca l’opposizione non è più facile governare, ma si può farlo senza alcun controllo. La sua presenza, invece, è così connaturata alla democrazia occidentale che accampare scuse come “il ritardo” risulta una toppa peggiore del buco.
Il che non può certo rassicurare gli amministrati, di destra, di sinistra e di centro, sul “come” viene gestita la cosa pubblica. Anzi, fa sorgere il concreto dubbio che nella “casa di vetro”, una volta oscurate le finestre, si possa fare quel che gli pare. Povera democrazia.



CONSIGLIO COMUNALE DEL 3 NOVEMBRE 2012


IL CONSIGLIO COMUNALE PIU' VELOCE DEL MONDO

martedì 30 ottobre 2012

comunicato stampa

+
Confederazione Italiana Agricoltori

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Ufficio Stampa Provincia di Taranto


Comunicato Stampa

Imu: nessuna riduzione per il mondo agricolo


La giunta comunale di Castellaneta non ha accolto le proposte presentate da CIA, Coldiretti e Confagricoltura di Castellaneta per la riduzione dell’IMU per l’anno 2012.

Le aliquote IMU previste dalla giunta (e all’esame del consiglio comunale del 31 ottobre 2012) restano pertanto le seguenti: 7,6 per mille per i terreni, 2 per mille per fabbricati rurali a uso strumentale, 4 per mille per l’abitazione principale, 10,6 per mille per altri fabbricati e seconde case.

Per il momento vi è solo la promessa dell’amministrazione comunale per una riduzione di un punto percentuale dell’imposta nel prossimo anno 2013.

L’avvio in tempo utile di una discussione e partecipazione sulla predisposizione del bilancio - sostengono CIA, Coldiretti e Confagricoltura - avrebbero forse consentito margini di confronto utile e proficuo.

Eppure da tempo la nuova giunta era stata sollecitata dalle organizzazioni agricole ad approfondire tematiche, come il bilancio e l’imposizione tributaria, di fondamentale importanza per ogni comunità ed anche la vecchia giunta (di cui facevano tra l’altro parte diversi assessori ora confermati nell’incarico) era stata sollecitata in tal senso.

Siamo consapevoli delle ristrettezze di bilancio - sostengono le organizzazioni agricole - ma gli enti locali non possono ignorare le difficoltà del mondo agricolo e quanto sta avvenendo in particolare a Taranto per la vicenda ILVA.

mercoledì 26 settembre 2012

dal "Corriere del giorno"


Dallo scempio paesaggistico ai disastri dis-amministrativi, interviene Rocco Loreto:  DEREGULATION NORMATIVA E RESPONSABILITÀ LOCALI

Da qualche giorno chi ha la ventura di percorrere la S.S. n. 7 (via Appia) nel tratto che va da Castellaneta a Laterza può vedere  un paesaggio completamente cambiato a seguito della installazione di diverse decine di maxi-torri eoliche e della costruzione di una grande centrale elettrica.
Di notte, poi, come avviene di  solito, lo spettacolo diventa a “luci rosse” che si accendono per scandire e punteggiare le numerose presenze dei corpi estranei, introdotti in profondità in un paesaggio violentato dall’ingordigia del denaro e dall’insipienza della classe politica a tutti i livelli.
Allo stupore di molti, che ritenevano impossibile che accadesse ciò che invece è accaduto, si sono aggiunte altre emozioni e sensazioni, che vanno dalla rabbia per la devastante compromissione  dei valori di un paesaggio e di un ecosistema agro-pastorale fino ad ora sostanzialmente integro ed incontaminato, alla drammatica constatazione che nelle istituzioni a qualsiasi livello c’è ormai un deficit incalcolabile di consapevolezza della variegata realtà della posta in gioco nel campo della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

Per quel che  ci riguarda abbiamo più volte detto e scritto da almeno 6 anni ad oggi che è fuori discussione il fatto che è necessario ed improcrastinabile una organica e polifonica programmazione di un Piano Energetico Nazionale, che non sia però espressione di un approccio monoculturale (per intenderci, quello delle lobbies delle imprese e dei faccendieri operanti nel settore), ma che dia diritto di parola e voce a chi ritiene che il ricorso alle fonti rinnovabili di energia per la produzione di elettricità non debba necessariamente comportare un’autentica aggressione alle caratteristiche identitarie del nostro territorio, sia dal punto di vista produttivo, che da quello culturale, ambientale e paesaggistico.
Abbiamo in numerosa occasioni pubbliche invitato a riflettere sull’azione devastante che si stava programmando e realizzando in una parte del nostro territorio, sul quale ci sono vincoli ambientali e culturali di notevole importanza,  quali quelli che riguardano alcuni beni archeologici come i “tratturi”, i limitrofi Parco Nazionale dell’Alta Murgia , Parco Regionale delle Gravine di Matera e Parco delle Gravine del Tarantino, i  S.I.C. (Siti di Interesse Comunitario), le Z.P.S. (Zone di Protezione Speciale), le I.B.A. (Important birds area – aree di importanza avifaunistica), boschi, macchie, canali idrici naturali, laghetti e stagni.
Abbiamo anche sottolineato la vicinanza dell’Aeroporto Militare di Gioia del Colle, teatro di partenze e di atterraggi di aerei supersonici, per i quali una selva di acciaio con altezze di circa 150 metri può rappresentare un pericolo costante ed incombente.

Alle nostre argomentazioni sono purtroppo corrisposte Valutazioni di Impatto Ambientale almeno discutibili ed Autorizzazioni Uniche Regionali rilasciate con eccessiva e compiacente disponibilità degna di miglior causa da parte della Regione e della Provincia di Taranto, che hanno comunque autorizzato (finora) l’installazione di  28 maxi –torri eoliche alte 100 metri e con ulteriore incremento di altezza di 45 metri, che è la misura del raggio delle pale posizionate sulla sommità della torre.Oggi che la frittata è fatta non ci resta che cominciare a fare l’inventario dei diversi disastri prodotti ai diversi livelli. Da una normativa nazionale che (per restare agli ultimi due anni) si è preoccupata addirittura di fissare coattivamente un tetto agli introiti dei comuni, per proteggere i fin troppo lauti ricavi delle imprese, e per giunta in un periodo storico in cui viene esaltato fino alla noia il principio della libera concorrenza tra le imprese, ad una legislazione regionale che nel 2008 ha ripetutamente allargato a dismisura le maglie della deregolamentazione, a tutto vantaggio delle imprese e degli ”sviluppatori” e “facilitatori”, incorrendo perfino nella più che scontata e clamorosa bocciatura dei primi due commi dell’art. 3 della legge regionale 21/10/2008, n. 31 sulla possibilità di procedere con una semplice D.I.A. (Dichiarazione Inizio Attività) per la costruzione di impianti fino ad 1  Mw di potenza nominale, arrivata con la Sentenza della Corte Costituzionale n. 119 del 22 marzo 2010.Ma il disastro più grande è stato quello provocato fino al 2010 dalla classe dirigente dei due comuni della Provincia di Taranto Castellaneta e Laterza, che in quegli anni hanno imboccato la via devastante dell’aggressione ai caratteri identitari del proprio territorio, che doveva essere inteso e tutelato come sintesi policroma e polifonica delle caratteristiche e dei valori fisici, biologici, storici e culturali, senza riuscire almeno a spuntare misure di compensazione territoriale ed ambientale appena sufficienti.Massacrati i tratturi, beni archeologici ed autentiche sedimentazioni storiche e culturali, testimonianze di un rapporto consolidato nei secoli tra l’uomo e la natura, per la costruzione di un sistema produttivo agro–pastorale, in parte ancora esistente nella Murgia Tarantina.Mortificati e snaturati i beni culturali tipici della più che secolare storia delle nostre popolazioni come  le Masserie, che ora appaiono circondate ed assediate dalle maxi – torri eoliche, dai relativi rumori e luci rosse notturne, come è già accaduto,  per esempio, per la splendida Masseria Catalano, risalente almeno al 700, dalla architettura ispanico – arabeggiante, che oggi è dominata ed imprigionata da 3 maxi – torri vicinissime, senza che dalla Soprintendenza si sia levata una pur flebile voce di dissenso prima e di protesta poi.Tutto ciò, e scusate se è (o vi appare) poco, per acquisire una autentica elemosina gettata ai piedi di una classe dirigente e tecnostrutture comunali, che è eufemistico definire caratterizzate da analfabetismi in materia di tutela del paesaggio, dell’ambiente naturale, delle tradizioni produttive e delle testimonianze e sedimentazioni storiche e culturali di cui il territorio aggredito e stuprato  è ricchissimo.La raccolta di notizie e di dati relativi alle convenzioni stipulate da altri Comuni prima, contemporaneamente ed anche successivamente al 14 agosto 2007 (giorno in cui fu stipulata quella di Castellaneta), dimostra abbondantemente che altrove, se non è stato tutelato il paesaggio, sono state almeno tutelate  le casse comunali, nelle quali stanno entrando cospicue risorse in misura 10/20 volte superiore rispetto ai miserevoli spiccioli che ancora non sono neanche entrati in cassa a Castellaneta.L’esame delle altre situazioni disseminate in ogni  parte d’ Italia consente di verificare che a Castellaneta, a parità di disastro paesaggistico provocato, potevano essere introitate (addirittura come canone annuo minimo garantito) cifre ben superiori a 3 milioni di euro all’anno e per 29 anni.Cifre enormi, quindi, rispetto  alla già contrattata, miserevole elemosina di improbabili 280 mila euro annui,  peraltro collegati  al ricavo della vendita dell’energia elettrica prodotta, che è entità variabile e, quindi, anche aleatoria.Le popolazioni interessate provino a farsi i conti su ciò che si può fare, o si sarebbe potuto fare con le consistenti ed eccezionali somme di denaro acquisite da altri comuni ed,  invece, irrimediabilmente perse a Castellaneta ed appena un po’ meno a Laterza.

Provino ad ipotizzare quali investimenti sarebbero stati possibili per lo sviluppo e l’occupazione, per contrastare la drammaticità dell’emigrazione giovanile, quante e quali aree per investimenti produttivi sarebbe stato possibile predisporre ed attrezzare per le piccole e medie imprese, quali alleggerimenti della pressione fiscale locale sarebbe stato possibile varare.Le schede rilevate a campione di 16 comuni di diverse regioni  e di diversa grandezza dimostrano inconfutabilmente che a Castellaneta c’è stata, o totale incapacità amministrativa, sulla quale la popolazione dis-amministrata  deve riflettere svegliandosi dalla evidente narcolessia in cui è piombata, o c’è stato altro, su cui sarebbe opportuno un urgente approfondimento, soprattutto dopo il discorso di inaugurazione dell’anno giudiziario fatto il 29 gennaio 2010 dal dr. Mario Buffa, presidente della Corte di Appello di Lecce, che disse alcune cose allarmanti sull’eolico a Castellaneta ed ancora di più alla luce di inquietanti sequestri ed acquisizioni di atti relativi alla stessa questione effettuati dalla Procura della Repubblica di Potenza.

Rocco Loreto
consigliere comunale Castellaneta
PER IL CORRIERE DEL GIORNO

dal "Corriere del Giorno" del 25 settembre 2012


IL CASO/INVESTIMENTI MILIONARI E SCARSE RICADUTE SUL TERRITORIO, COMPRESA UNA ROYALTY “SGONFIA”

La valle del vento, un grande bluff

Una distesa di pale eoliche nei 14 km che separano Castellaneta da Laterza

CASTELLANETA – Le pale già girano, il vento è buono. E Castellaneta, grazie a Eolo, diventerà una piccola capitale dell’energia eolica appena il parco da 56 Megawatt costato 100 milioni di euro, a inizio 2013, comincerà a pompare elettricità “pulita” nella rete e introiti milionari nelle tasche dei fortunati proprietari. Un bel sogno.
La realtà, come accade spesso, va oltre. Perché le 28 torri da 2 Mw ciascuna produrranno effettivamente tutto ciò – e stando alle previsioni (2900 ore l’anno di ventosità) si tratta di un impianto ad alta producibilità – ma lasciando alla città di Valentino l’illusione d’esserne protagonista.
Una storia fatta di celluloide o se, si preferisce, di aria fritta ma anche di una foresta d’acciaio, questa sì molto concreta, che occuperà per 29 anni (più altri 29) l’orizzonte che fa da sfondo ai 14 km di Statale Appia che dividono Castellaneta da Laterza. E tutto questo “papocchio” – visibile da Mottola e persino da Matera – all’insegna, nel migliore dei casi, della mancata consapevolezza di ciò che si aveva tra le mani.
Un po’ quello che ha  raccontato il giornalista Antonello Caporale nel suo libro sull’eolico dal titolo “Controvento: il tesoro che il Sud non sa di avere” e ancora, solo qualche giorno fa, in un articolo sul Fatto Quotidiano (Pale eoliche, quanti miliardi al vento) che offre un passaggio interessante: «Ognuno degli abitanti del vento ha una sua immagine da offrire al pubblico dibattito. A un sindaco del Tarantino, per esempio, parevano simili a mulini a vento: “Abbiamo già il mare e avremo i mulini, delle possibili attrazioni per il nostro territorio sempre danneggiato, vilipeso dal nord”». Ecco, quel sindaco del Tarantino, è Italo D’Alessandro, che oggi è tornato a fare l’avvocato ma alla sua Castellaneta ha lasciato in eredità, se così si può dire, un enorme parco eolico che – dopo una serie di passaggi societari – produrrà utili in Svizzera, per la gioia del gruppo Bkw, con sede a Berna. A qualche dozzina di castellanetani andranno un po’ di soldi per gli affitti dei terreni, tra 8 e 10mila euro a pala (e sono 28), e al Comune una royalty del 2,5% sull’energia venduta, qualcosa come 283mila euro l’anno, sempre se il vento farà il suo dovere (a fronte di introiti per gli svizzeri di circa 29-30 milioni annui). Oltre, non va dimenticato, un “sontuoso” contributo una tantum di 12.800 euro, ossia 400 euro a torre (nella convenzione erano 32). Un’inezia: provate a costruirvi una casa e vedrete quanto vi chiederà il Comune per gli oneri di urbanizzazione. Per il resto: poco lavoro, zero indotto. Prima, durante e dopo. Nemmeno nel cantiere, ormai agli sgoccioli, in cui non risulta aver messo piede alcuna azienda castellanetana subappaltatrice. A tenersi stretti, cioè agganciandosi al tetto del 3% (su energia più cv) fissato dal Governo nel 2010, il Comune di Castellaneta si è perso per strada almeno 600mila euro l’anno, di sicuro per 15 anni (la validità dei cv), probabilmente per i 29 della convenzione, visto che una pala “rinnovata” (si cambia un pezzo ed è come nuova) ha nuovamente diritto all’incentivo. Una barca di soldi buttati al vento.
D’accordo, si dirà, l’Amministrazione potrà incamerare anche l’Imu su impianti che sono a tutti gli effetti “insediamenti industriali”, ma probabilmente toccherà pagare ad altri castellanetani (i proprietari dei terreni). Questioni ancora da appurare, come quella tuttora aperta e scottante, del tentativo postumo del nuovo sindaco, Giovanni Gugliotti, di recuperare l’irrecuperabile. La convenzione firmata il 14 agosto 2007, infatti, mette gli svizzeri in una botte di ferro: contratto firmato ed efficace (l’impugnativa sarebbe un atto… temerario). E solo un gesto di liberalità potrebbe restituire alla comunità castellanetana almeno una parte di ciò che la sua stessa Amministrazione (intesa come complesso di governo politico e tecnico) aveva il diritto di contrattare e, eufemisticamente, non ha saputo fare, peraltro lasciando completamente “al buio” un’opinione pubblica che in altre occasioni – vedi la discarica comunale, chiusa, oppure il campo da golf del gruppo Putignano, mai realizzato – aveva dato prova di una notevole “vitalità” ambientalista.
Dare un’occhiata a ciò che altre amministrazioni, in tutta Italia, hanno “strappato” alle imprese eoliche è in tal senso illuminante. Nel settembre 2007, pochi giorni dopo la convenzione-patacca approvata a  Castellaneta, il Comune di Crotone incassa la sua: contratto con Cea srl, basato su una royalty del 5% su energia venduta e certificati verdi (l’incentivo statale che rende l’eolico un investimento molto appetibile) più un contributo una tantum di 200mila euro. La differenza (si vedano le tabelle in pagina) è di quasi cinque volte, ma c’è anche chi ha fatto ancora meglio. E tuttavia senza andare tanto lontano, a Crispiano, il Corriere ha rintracciato lo schema di convenzione approvato in quel Comune nel marzo 2007. A partire da una soglia minima del 3% e con un canone annuo costituito dalla somma di diverse voci: oltre, appunto, alla percentuale sull’energia fatturata, anche una percentuale sui certificati verdi (per otto anni), una somma fissa per ogni generatore (su terreno comunale) e comunque un minimo garantito, più  ovviamente l’una tantum. Non soddisfatto, il Comune di Crispiano si preoccupa di inserire in convenzione un contributo di 500mila euro per un’opera pubblica e una palina da 0,8 Mw per “utilizzo esclusivo dell’Amministrazione”. Insomma, si mette in proprio. E per saperlo sarebbe bastata una telefonata interurbana da Castellaneta.
Tra i Comuni che più si sono impegnati per «l’accettabilità sociale» dell’eolico, che è poi il problema vero delle società che operano nel settore, si segnalano Isola di Capo Rizzuto, che nella sua convenzione (novembre 2009) inserisce anche 160mila euro annui per le spese elettriche dell’Ente: cioè si fa pagare la bolletta dell’Enel. Alimena (Palermo, maggio 2009), invece, chiede di dotare tutti gli edifici pubblici di pannelli fotovoltaici (risparmiando in bolletta e guadagnandoci sopra, visto che anche il fotovoltaico è incentivato). E poi ci sono comuni che si fanno finanziare eventi, campagne di informazione, opere pubbliche di ogni tipo. Oppure si mettono al sicuro, prevedendo una clausola fifty-fifty sull’utile d’impresa con minimo garantito del 10% e l’incedibilità della convenzione (succede ad Orsara di Puglia, che incassa da Brulli Energia  dieci volte Castellaneta) in modo che non finisca in chissà quali mani o Paesi; e c’è chi come il Comune di Crotone prevede in convenzione addirittura l’obbligo di trasferire la sede fiscale in loco.
A conti fatti, sull’eolico si può dire di tutto e di più e avere le più disparate opinioni: dall’impatto socio-ambientale alla convenienza imprenditoriale, dalla positiva incidenza sull’inquinamento da idrocarburi all’effetto negativo sulla tutela del paesaggio, dall’abbandono della produzione agricola all’interferenza con la vita umana e animale. Di certo, c’è che a Castellaneta c’hanno capito ben poco.

venerdì 21 settembre 2012

IN FUTURO DEL CENTRO STORICO

L'iniziativa di ieri sera sul futuro del nostro Centro Storico, organizzata dal Patto per la Città, ha avuto molto successo grazie alla partecipazione di numerosi cittadini e del Sindaco.



Seguiranno nuovi incontri per realizzare una proposta unitari, concordata e condivisa!!!

mercoledì 19 settembre 2012

martedì 21 agosto 2012

lunedì 20 agosto 2012

dal Corriere del Giorno del 19 agosto 2012


dal "Corriere del Giorno" del 18 agosto 2012


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IL VENTO DI CASTELLANETA PRODURRà UTILI IN SVIZZERA

Al Comune una royalty del 2,5%: 280mila euro su un fatturato stimato di quasi 30 milioni

Il vento di Castellaneta soffierà milioni di euro sino in Svizzera. Esattamente a Berna, sede di Bkw Ag, società che grazie ad un investimento totale di oltre un miliardo di franchi svizzeri – dopo l’attivazione del parco eolico di Castellaneta – potrà vantare un portafoglio eolico operativo con una potenza installata di 400 Mw e una futura produzione annua di circa 800 milioni di chilowattora.Tra questi anche i 162 milioni che saranno prodotti nella farm eolica in avanzata fase di realizzazione tra la Statale 7 e la zona  Caccamone, a nord del territorio di Castellaneta e a breve distanza da Laterza. Uno dei punti più ventosi di Puglia, tanto da attirare – tra il 2006 e il 2007 – una pioggia di richieste d’autorizzazione per impianti eolici di grossa taglia. Un numero mostruoso, oltre 400 pale, da “distribuire” proprio tra Castellaneta e Laterza.

Da allora, sono andate in porto soltanto le 28 torri (su 40 richieste) del progetto presentato da Green Engineering & Consulting, società campana che ha poi ceduto l’intero “pacchetto” a Tozzi Holding di Ravenna che lo sta realizzando attraverso la controllata Tozzi Renewable Energy, che tecnicamente è un’Epc contractor: azienda, cioè, che progetta, realizza e consegna “chiavi in mano”.A costruire materialmente il parco eolico è invece la Vestas, gruppo danese leader del settore e con un impianto produttivo a Taranto. Una commessa da 100 milioni euro, cifra che rende l’idea di quanto i 56 Megawatt di potenza del parco eolico di Castellaneta (28 torri da 2 Mw) siano importanti per l’acquirente elvetico, che gestisce un totale di 211 turbine eoliche, tra queste 16 in Svizzera (22 Mw), dove è di gran lunga il principale gestore di impianti eolici, 85 in Germania (145 Mw) e 110 in Italia (225 Mw).

La transazione è stata formalizzata nell’aprile scorso, per una cifra che Tozzi Holding e Bkw hanno voluto tenere riservata, e diverrà esecutiva nel primo trimestre del 2013 consentendo al gruppo di Berna di consolidare la sua posizione di principale gestore svizzero di impianti eolici su scala nazionale ed internazionale.Già, ma cosa resta sul territorio? Le ricadute essenzialmente sono due. La prima è per i proprietari terrieri: i suoli su cui stanno sorgendo le torri sono stati affittati ad un prezzo che oscilla tra i 6mila e gli 8mila euro annui.

La seconda riguarda il Comune di Castellaneta, che nel giugno 2007 (sotto la gestione commissariale) ha siglato la convenzione che gli consentirà – dal gennaio 2014 – di incassare una royalty del 2,5% sull’energia prodotta nel parco eolico. Una somma che, a prezzi 2011, si può stimare in circa 280mila euro annui. Spiccioli rispetto alla montagna di euro che finirà in Svizzera: circa 11,3 milioni di euro annui per l’energia prodotta, più 18,3 per gli incentivi, i cosiddetti certificati verdi quotati nel 2011 a 113,1 euro al Megawattora. Un vero affare. Per gli svizzeri. 

Massimo D'Onofrio
Corriere del Giorno

martedì 7 agosto 2012

CASTELLANETA MARINA - RACCOLTA RIFIUTI SOSPESA DA SABATO AD OGGI ORE 13,00


La raccolta dei rifiuti è stata sospesa perchè un compattatore era in riparazione, così come dichiarato dall'assessore G. De Marinis.

E' possibile che per un compattatore in manutanzione si deve sospendere la raccolta in pieno agosto con temperature superiori ai 40° C?

La verità è che non è cambiato nulla anzi...... il futuro è ora    
 siamo nella merda!!!





INTERVISTA STUDIO 100 PRIMA PARTE

INTERVISTA STUDIO 100 SECONDA PARTE

INTERVISTA STUDIO 100 TERZA PARTE

intervista La7