lunedì 30 agosto 2010

dalla Gazzetta del Mezzogiorno di domenica 29 agosto 2010

Castellaneta Marina 50 anni senza festa. I turisti: «Posto incantevole, ma i servizi sono insufficienti»

Castellaneta Marina ha compiuto cinquant’anni, ma nessuno se n’è accorto. Era il 1958 quando la Croce Rossa Italiana vi inaugurava la colonia per bambini ed il demanio comunale veniva lottizzato tutto intorno. Era il 1960 quando le ruspe iniziarono a tracciare i solchi di quel progetto geniale (insediamento urbano-turistico nell’immenso verde) partorito dal sindaco-onorevole Gabriele Semeraro.
«La licenza edilizia numero 1, datata 10 novembre 1962, fu concessa al sottoscritto. Nella villa ci sono rimasto sino al 2000, dopo aver operato assiduamente come pungolo alle amministrazioni comunali che si sono susseguite, con l’obiettivo di far migliorare la qualità della villeggiatura e provare a far decollare il turismo. L’ho fatto dal 1996, come fondatore prima e presidente dopo, per diversi mandati, dell’associazione proprietari Marina di Castellaneta. Ma oggi, con tristezza, prendo atto che i vecchi problemi di questa splendida località sono rimasti irrisolti».
Francesco Mancino, titolare da 34 anni dell’agenzia immobiliare «Marina» (segno distintivo del suo amore), per molto tempo è stato il grillo parlante di Palazzo di Città sul tema turismo. Non si sorprende del fatto che l’inchiesta della «Gazzetta» sull’estate castellanetana abbia fatto emergere la carenza dei servizi, la difettosa viabilità e l’insuf ficienza offerta ricreativa. «L’amministrazione civica si fregia di aver ottenuto nuovamente la Bandiera Blu - sottolinea un turista romano, Marco Agostino -; nulla da eccepire sulla qualità del mare, che è il più bello delle ultime estati. Ma come si può spiegare la lacuna nei servizi, che rappresentano una delle prerogative per ottenere il riconoscimento della fondazione europea?». Discariche realizzate illegalmente in pineta, cassonetti colmi di immondizia nauseabonda davanti alle ville private, buche stradali pericolose, asfalti consumati e sconnessi per via degli avvallamenti provocati dalle radici degli alberi, il cemento sovrastato dagli aghi dei pini, centri di raccolta degli stessi giudicati insufficienti da diversi cittadini.
La bocciatura sulla qualità della vita è sonora ed ha più voci. Come quella di Enrico Argenzio, che dal 1965 al 1990 è stato comandante della locale Guardia di Finanza: «Amo Castellaneta Marina, che rappresenta un’oasi naturale. Ma sia l’incuria dei residenti che l’inerzia degli amministratori, non permettono a questo posto di prendere il volo».        
Molte critiche si è attirata invece la ristrutturazione del lungomare Eroi del Mare. L’amministrazione-D’Alessandro ha inaugurato il tratto occidentale nel 2008 e nei prossimi mesi realizzerà in fotocopia il lato orientale. «Ma come si può pensare di costruire un lungomare dal quale il mare non si vede?» si chiede Angela De Chirico, giovane ingegnere di Roma, che approfondisce il suo pensiero: «L’intervento ha ridotto al   limite i sensi di marcia per le auto, diminuito i parcheggi e realizzato una pista ciclabile pericolosa, perché rialzata. Per non parlare dell’interminabile fila di paletti per la luce, attaccati l’uno con l’altro». Il pensiero è ripreso da   un parcheggiatore, che preferisce restare anonimo: «Ogni posto auto, a noi privati, dopo regolare asta, costa 60 euro. Il lotto, di nostra proprietà, vale circa 5mila euro. Dopo l’estate riusciamo a ricavare un guadagno, che è pane per le nostre famiglie. Ma a fine stagione la fatica accumulata è enorme. Spesso subiamo le proteste della gente, soprattutto quella in loco, che non considera giusto pagare per una macchina lasciata allo scoperto. È come se si trattasse di una sovrattassa comunale. Loro considerano esose 1,50 euro ad ora, però sborsano sino a 20 euro per un ombrellone e due sdraio…».
Paradossi dell’estate. Non solo castellanetana, ma anche italiana, «perché il turismo è una cosa seria e ci vogliono menti efficaci per gestirlo» evidenzia uno storico residente, il dottore potentino Adamo Rizzo. L’ex primario di cardiologia dell’ospedale San Carlo di Potenza è noto in Italia per aver rinunciato negli anni novanta all’indennità di sindaco di Savoia di Lucania, investendo tali risorse in opere pubbliche e borse di studio. «Il mio esempio può far riflettere nella discussione su questa bellissima località - evidenzia Rizzo -. Mi domando: dove finiscono gli introiti da noi versati al Comune per l’Ici? Perché l’amministrazione non li sfrutta per rendere vivibile la sua zona? Sono trent’anni che ci vengo, perché ho una villa da mantenere, ma i problemi restano gli stessi…».       
L’affetto per Castellaneta Marina è forte. Basta ascoltare l’avvocatessa bolognese Vania Giullori. «Qui ci vengo con la mia famiglia da bambina. Ogni estate ritrovo i vecchi amici. Negli anni abbiamo perso il cinema all’aperto ed abbiamo visto cambiare persone e costumi. Ora c’è molto pendolarismo, che soprattutto nel weekend crea l’effetto-ingorgo nel centro della località, presa d’assalto da famiglie e amanti della di   scoteca. Questo perché - continua il giovane legale - le attività sono concentrate in pieno borgo, dove il traffico pullula. Contestualmente, il lungomare è povero di attività commerciali, come negozi tipici e ristoranti, che fanno la ricchezza di altre località, più famose. Siamo in un posto di mare, ma sul litorale la sera manca la movida». Fortunatamente, ci sono i diversi proprietari dei lidi che cercano di garantire l’offerta socio-culturale, «che ultimamente vede il comune poco attivo. Sono anni che vengo all’Albatros Club con la mia famiglia - dice la signora potentina Rosa Bianchi -. Diamo atto al titolare Nino Semeraro della sua politica basata sulla qualità. Gli altridovrebbero imitarlo. Il turismo è soprattutto frutto dell’ingegno dei privati».      
Incantata dalla sabbia dorata e dal mare limpido, è Roberta Mastrolillo. Andriese, laureanda in architettura, ha scelto Castellaneta per una piccola «ma intensa» fetta delle sue vacanze: «Posto bellissimo. Va però curato ed organizzato. Altrimenti così resterà anonimo». Gli aggettivi si sprecano per definire la località che insiste sui 9,5 chi  lometri dello Jonio occidentale. Marina di Castellaneta, attraverso i differenti comparti, garantisce 45915 posti letto, stando all’ultimo censimento comunale legato al Piano urbanistico generale, il cui iter rappresenta una storia fatta di guerre politiche e burocrazia. «Se l’inerzia amministrativa dovesse continuare, Castellaneta Marina si trasformerà in un toro impazzito, che la sua gente non riuscirà più a controllare» sentenzia Francesco Mancino. L’immobiliarista offre numeri chiave dell’estate 2010: «Le stime parlano del 40 per cento di presenze nella nostra località a luglio, ed il 70 ad agosto. Il pienone, qui, manca dai primi anni ottanta. Da allora la parabola è discendente». Le ragioni? «Sono i servizi insufficienti e la mancanza di un decentramento amministrativo permanente, oltre ad uno storico odio-amore da parte dei castellanetani per la bellissima zona marinara. Speriamo che in futuro verranno amministratori capaci di dare la svolta».
 Intanto l’estate sfuma. E Castellaneta Marina, con le sue bellezze, se ne va in letargo. Con un cinquantennio alle spalle e senza festeggiamenti in suo onore.
Alessandro Salvatore

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intervista La7