mercoledì 1 dicembre 2010

Taranto, il Csm sospende Di Giorgio il pm accusato di concussione

di Pierangelo PUTZOLU
TARANTO (1 dicembre) - La seconda tegola arriva da Roma, Palazzo dei Marescialli: sospensione dalle funzioni e dallo stipendio. Su Matteo Di Giorgio, magistrato di Castellaneta in servizio alla Procura della Repubblica di Taranto, oltre alle complicazioni di un’inchiesta penale ancora tutta da decifrare, si abbatte anche lo scontato temporale romano.
Scontato perché, dopo l’arresto per concussione, è giunto il doppio “no dei giudici potentini: “no” alla richiesta di revoca dell’ordinanza di custodia cautelare avanzata al gip; “no” alla richiesta di annullamento della stessa ordinanza avanzata al tribunale del riesame, che tra oggi e domani dovrebbe depositare le motivazioni del provvedimento. 

E’ stato il vice presidente del consiglio superiore della magistratura, Michele Giuseppe Vietti, a presiedere la seduta della commissione disciplinare che, fra gli altri, ha affrontato ieri il caso-Di Giorgio. All’esame dei commissari (componenti effettivi Annibale Marini, Aniello Nappi, Tommaso Virga, Francesco Vigorito, Paolo Auriemma), la richiesta avanzata dal procuratore generale presso la Corte di Cassazione e dal Guardasigilli Angelino Alfano.

Alla luce delle segnalazioni giunte dalla procura generale presso la Corte d’Appello di Potenza, nei confronti di Matteo Di Giorgio era stata avviata, nei giorni scorsi, una procedura, come dire, automatica: l’arresto prevede, salvo evoluzioni giudiziarie diverse rispetto a quelle prospettate dall’accusa, la sospensione automatica dalle funzioni, ed è quanto ieri ha ratificato, con una ordinanza, la commissione disciplinare, che dovrà adesso depositare, pubblicare e motivare il provvedimento. A quel punto il procedimento sarà sospeso, in attesa delle conclusioni della vicenda sul piano penale, per poi essere riassunto dalla stessa commissione per le determinazioni finali del caso.

Il pubblico ministero Matteo Di Giorgio, com’è noto, fu arrestato l'11 novembre con l'accusa di concussione al termine di una inchiesta avviata dopo le denunce presentate da alcuni cittadini di Castellaneta che si ritenevano danneggiati dal magistrato. Di Giorgio avrebbe compiuto atti contrari al suo ufficio, ricevendo in cambio alcune utilità, ma non denaro. In particolare, il pm tarantino - indagato insieme ad altre nove persone, tra cui la moglie - avrebbe minacciato di un «male ingiusto» un consigliere comunale di Castellaneta, suo comune di residenza, costringendolo a dimettersi; avrebbe intimorito un imprenditore e avrebbe convinto un'altra persona a non denunciare, per usura, un suo parente. Infine, avrebbe agito per permettere ad un bar aperto del tutto illegalmente di continuare ad operare.

Sullo sfondo di questi fatti, lo scontro politico tra Di Giorgio e l’ex sindaco e senatore di Castellaneta Rocco Loreto, per anni leader del Pci prima e dei Ds poi. Fatti - secondo quanto sostenuto dal pm potentino inquirente, Laura Triassi, e avallato dal gip Gerardina Romaniello, che «evidenziano come l’esercizio della funzione di magistrato da parte del dottor Di Giorgio - pubblico ministero in servizio alla Procura della Repubblica di Taranto - sia stato asservito al conseguimento di utilità personali, in gran parte di natura politica, in danno del suo nemico storico, il senatore Rocco Loreto».

Di Giorgio secondo i giudici potentini ha «approfittato della sua funzione pubblica, del prestigio connesso alla sua attività per perseguire interessi privati o politici attraverso l’uso strumentale della sua qualità e dei suoi poteri». Un giudizio che, ieri, è riecheggiato nelle stanze di Palazzo dei Marescialli, sede del Csm. Il tutto mentre al tribunale di Potenza prendevano il via gli accertamenti peritali non ripetibili sull’hard-disk dei computer sequestrati in casa del magistrato al momento dell’arresto. Copiata la “memoria” dei pc, adesso inizia l’esame dei “file” e della documentazione pure acquisita dagli investigatori in casa di Di Giorgio. Un caso scottante che promette, ancora, sviluppi e “scintille”.

dal Quotidiano di Taranto del 1.12.10

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