lunedì 31 maggio 2010

dalla Gazzetta del Mezzogiorno di venerdì 28 maggio 2010

GUP VALERIA INGENITO FA RICORSO DOPO CHE LA CAMERA AVEVA NEGATO L’AUTORIZZAZIONE
Duello Patarino-Putignano atti alla Corte costituzionale



• Finisce all’attenzione della Corte Costituzionale la delibera con la quale la Camera dei Deputati il 28 ottobre del 2009 ha giudicato insindacabili, in quanto espresse nell’esercizio delle sue funzioni, le dichiarazioni rese dall’on. Carmelo Patarino nei confronti dell’im - prenditore (ed ex senatore) Ni - cola Putignano.


   Il gup Valeria Ingenito, accogliendo la richiesta formulata dal sostituto procuratore generale Ciro Saltalamacchia e dall’avvocato Antonio Altamur a, legale di parte civile, con una ordinanza motivata, ha sollevato conflitto di attribuzione tra i poteri dello Stato, facendo ricorso alla Corte Costituzional e.


   La vicenda è giuridicamente complessa. Fu il gup Po m p e o Car riere, lo scorso 14 luglio, a inviare alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera dei Deputati la valutazione riguardante la contestazione di diffamazione nei confronti del parlamentare mentre, lo stesso giorno, il dottor Carriere decise di procedere per l’accusa di calunnia, emettendo una condanna a un anno e quattro mesi di reclusione, ritenendo che la denuncia presentata alla procura della repubblica dall’on. Patarino, difeso dagli avvocati Andrea Guida e Annamaria Corren t e, il 30 aprile del 2004 non possa essere classificata tra gli atti propri del parlamentare. Quella denuncia si è insomma trasformata in un vero e proprio boomerang per Patarino che, secondo il gup Carriere, conosceva benissimo i termini della vicenda - relativa alla concessione di autorizzazioni al gruppo Nuova Concordia da parte del Comune di Castellaneta quando il deputato era anche capogruppo consiliare - e «sapeva perfettamente che Putignano insisteva semplicemente per ottenere finalmente risposte certe dall’Amministrazione comunale e preannunciava del tutto legittime richieste di risarcimento danni, e ciò nonostante decise di denunciarlo».


   La Camera dei Deputati nella delibera del 28 ottobre scorso ha sostenuto, anche sulla scorta della relazione fatta dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere, che i fatti per i quali è in corso il procedimento concernono opinioni espresse da un membro del Parlamento nell’esercizio delle proprie funzioni, ricadendo così nel regime dell’immunità previsto dall’art. 68 della Costituzione. Secondo il gup Ingenito, invece, le affermazione contenute nella denuncia di Patarino «non risultano in alcun modo riconducibili ad alcuna attività parlamentare».


   La palla passa alla Corte Cos t i t u z i o n a l e.

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intervista La7