dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 22 febbraio 2010
Protesta nel Pd «No a candidati in cerca di una sistemazione»
Protesta nel Pd «No a candidati in cerca di una sistemazione»
«I consiglieri comunali del Pd della zona occidentale della provincia chiedono che nelle liste ci siano persone capaci»
• Parlano di «sodali e commensali» di Gianpaolo Tarantini, di qualche «sfaccendato e mestierante», di «senza lavoro ma con immense disponibilità finanziarie», di «politico ripagato con qualche scampolo di assunzione familiare». Non citano mai il nome del destinatario delle loro accuse, ma lasciano capire che si tratta di uno o più esponenti del loro stesso partito del versante occidentale della provincia. Ha tutta l'aria di essere una pesante grana in casa Pd la presa di posizione di sette consiglieri comunali di tre comuni. Gli autosospesi dal Pd Donato Lasigna e Cosimo Fedele di Massafra, Mimmo Salemme, Michele D'Ambrosio e Mario Greco di Castellaneta, Franco Catapano e Giuseppe Stano di Laterza non usano mezzi termini per dire la loro circa la formazione della lista elettorale del Pd per le elezioni regionali del 28 e 29 marzo. «Al di là delle dichiarazioni formali e della esaltazione retorica circa il valore della partecipazione alle decisioni politiche - scrivono in un documento comune inviato alla direzione regionale del partito -, le vicende della formazione delle liste del Pd in provincia di Taranto pongono inquietanti interrogativi». Interrogativi che provengono dal fatto che secondo i sette «nel gruppo dirigente provinciale del Pd è prevalso il metodo dell'auto-candidatura, che è diventato terreno di coltura per l'emergere delle aspirazioni di qualche sfaccendato senza lavoro e mestierante della politica politicante che sta per impegnare tutto il Pd nell'elezione di qualche sodale e commensale di Giampaolo Tarantini. Queste scelte scellerate ed irresponsabili - proseguono i consiglieri comunali - rischiano di allontanare dal Partito democratico migliaia e migliaia di elettori, privando il Pd di vaste aree di consenso, con effetti devastanti sulla stessa consistenza della rappresentanza istituzionale in Consiglio regionale». Parole forti che diventano pesanti come macigni quando i sette scrivono che «per favorire l'ascesa politica di qualche sedicente autorevole rappresentante di una comunità (senza lavoro, ma con immense disponibilità finanziarie a giudicare dalle prime notevoli spese elettorali), non si è esitato neppure ad impoverire e svuotare dolosamente l'ospedale di Castellaneta, con la compiacente accondiscendenza di qualche aspirante “polli - tico" (con due elle) ripagato con qualche scampolo di assunzione familiare». Accuse per le quali i sette consiglieri del Pd si rivolgono direttamente agli organi regionali: «I sottoscritti consiglieri comunali del Pd della zona occidentale della Provincia fanno appello ai dirigenti regionali del partito affinché le liste per le elezioni siano composte da persone capaci e competenti in grado di rappresentare e tutelare degnamente il territorio e non da "amici di Giampy", sedicenti "autorevoli" rappresentanti di comunità alla ricerca di sistemazione personale».
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