In estate era stato presentato come la soluzione temporanea dell'amministrazione comunale per il problema randagi. Un canile nel quale sarebbero stati accolti i cani accalappiati nel territorio comunale in attesa della realizzazione della più grande e definitiva struttura. Ma a pochi giorni dal completamento dei lavori e dalla sua entrata in funzione, ecco il colpo di scena: il canile sarebbe "abusivo", realizzato in un'area soggetta a vincoli ambientali. E quindi inutilizzabile.
Lavori sospesi e tutto rimasto a com'era in estate quando l'allora assessore ad Ambiente e Lavori pubblici, Luigi Fiorito (dimessosi dieci giorni fa per "ragioni professionali e personali"), ne evidenziò l'importanza, mostrando lo stato dell'arte e annunciando che l'entrata in funzione sarebbe avvenuta a breve. E, invece a breve sarebbe poi arrivato un controllo della Polizia Provinciale dal quale sarebbe emerso che la struttura, realizzata in contrada Pagliarone nei pressi del depuratore comunale, è priva delle opportune autorizzazioni ambientali.
La questione è stata accennata dal consigliere comunale Giuseppe Rochira (An) nel corso del Consiglio comunale della scorsa settimana. L'esponente di opposizione ha tirato fuori alcune foto del canile, le ha fatte distribuire a tutti i membri del Consiglio e ha poi chiesto spiegazioni circa la vicenda. In seguito ha riferito alla Gazzetta la circostanza riguardante il sopralluogo della Polizia Provinciale e il successivo verbale che, fa sapere sempre Rochira, sarebbe stato inoltrato alla Procura della Repubblica di Taranto.
La struttura stando a quanto annunciato nei mesi scorsi dall’amministrazione D’Alessandro, sarebbe dovuta entrare in funzione in estate e avrebbe dovuto ospitare i cani attualmente custoditi all’interno dell’ex macello comunale in via Taranto. Questo fino a quando non sarà realizzato il canile rifugio e sanitario, che potrà ospitare fino a 200 animali, per il quale il Comune ha ottenuto un finanziamento di circa 380mila euro di fondi statali Pon. Il progetto ha avuto il via libera dal Consiglio Comunale la scorsa settimana.
Ma se le buone intenzioni per risolvere un annoso problema ci sono tutte (Castellaneta affida i suoi cani a strutture dentro e fuori la Regione con conseguente esborso di denaro), la "grana" del canile temporaneo è solo l'ultimo degli episodi che non faranno dormire sonni tranquilli all'amministrazione comunale, anche perché l’assessorato di competenza resta al momento vacante.
di Angelo Loreto
dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 30.11.2010
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