martedì 30 novembre 2010

IL CANILE NON APRIRA’, L’AREA SU CUI SORGE E’ SOGGETTA A VINCOLI

In estate era stato presentato come la soluzione temporanea dell'amministrazione comunale per il problema randagi. Un canile nel quale sarebbero stati accolti i cani accalappiati nel territorio comunale in attesa della realizzazione della più grande e definitiva struttura. Ma a pochi giorni dal completamento dei lavori e dalla sua entrata in funzione, ecco il colpo di scena: il canile sarebbe "abusivo", realizzato in un'area soggetta a vincoli ambientali. E quindi inutilizzabile.
Lavori sospesi e tutto rimasto a com'era in estate quando l'allora assessore ad Ambiente e Lavori pubblici, Luigi Fiorito (dimessosi dieci giorni fa per "ragioni professionali e personali"), ne evidenziò l'importanza, mostrando lo stato dell'arte e annunciando che l'entrata in funzione sarebbe avvenuta a breve. E, invece a breve sarebbe poi arrivato un controllo della Polizia Provinciale dal quale sarebbe emerso che la struttura, realizzata in contrada Pagliarone nei pressi del depuratore comunale, è priva delle opportune autorizzazioni ambientali.
La questione è stata accennata dal consigliere comunale Giuseppe Rochira (An) nel corso del Consiglio comunale della scorsa settimana. L'esponente di opposizione ha tirato fuori alcune foto del canile, le ha fatte distribuire a tutti i membri del Consiglio e ha poi chiesto spiegazioni circa la vicenda. In seguito ha riferito alla Gazzetta la circostanza riguardante il sopralluogo della Polizia Provinciale e il successivo verbale che, fa sapere sempre Rochira, sarebbe stato inoltrato alla Procura della Repubblica di Taranto.
La struttura stando a quanto annunciato nei mesi scorsi dall’amministrazione D’Alessandro, sarebbe dovuta entrare in funzione in estate e avrebbe dovuto ospitare i cani attualmente custoditi all’interno dell’ex macello comunale in via Taranto. Questo fino a quando non sarà realizzato il canile rifugio e sanitario, che potrà ospitare fino a 200 animali, per il quale il Comune ha ottenuto un finanziamento di circa 380mila euro di fondi statali Pon. Il progetto ha avuto il via libera dal Consiglio Comunale la scorsa settimana.
Ma se le buone intenzioni per risolvere un annoso problema ci sono tutte (Castellaneta affida i suoi cani a strutture dentro e fuori la Regione con conseguente esborso di denaro), la "grana" del canile temporaneo è solo l'ultimo degli episodi che non faranno dormire sonni tranquilli all'amministrazione comunale, anche perché l’assessorato di competenza resta al momento vacante.
di Angelo Loreto
dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 30.11.2010

I POSTI DEI 2 ASSESSORI CHE SI SONO DIMESSI RESTANO ANCORA VACANTI

I tempi sembravano essere brevi e invece, a dieci giorni dalle dimissioni degli assessori Luigi Fiorito (Pdl) e Mimmo Recchia (gruppo misto), i due posti in giunta restano vacanti. Il che conferma tutte le difficoltà che sta attraversando la maggioranza guidata dal sindaco Italo D'Alessandro, travolta dall’inchiesta potentina che ha portato agli arresti domiciliari del magistrato Matteo Di Giorgio, indicato come "amministratore ombra" del Comune, e nella quale è indagato lo stesso primo cittadino.
Fiorito, titolare delle deleghe e Lavori pubblici e Agricoltura, aveva rimesso il mandato una settimana esatta dopo lo scoppio della bufera giudiziaria, motivando la sua decisione con ragioni professionali e non legate alle vicende delle ultime settimane. Recchia, assessore all'Urbanistica che si occupa tra l'altro del Piano urbanistico in stallo da mesi, aveva invece spiegato di averlo fatto per ragioni di opportunità, essendo avvocato difensore di uno degli indagati nell’ambito del procedimento nel quale il Comune è parte offesa (sebbene la maggioranza di recente abbia deciso di non nominare un legale per tutelare gli interessi dell'intera città).
Dieci giorni fa dal centrodestra avevano gettato acqua sul fuoco, spiegando che i due nuovi assessori sarebbero stati nominati a breve. Poi un membro di maggioranza, conversando informalmente col cronista, aveva rivelato che “stiamo avendo qualche difficoltà” nel trovare la disponibilità di alcuni nomi. In questi ultimi giorni è circolata l'ipotesi che i due nuovi assessori sarebbero stati due donne, rappresentate della società civile e non direttamente legate ai partiti.
Ma di certo al momento non vi è ancora nulla. Se non che al posto di due importantissimi assessorati da dieci giorni ci sono due buchi. Col dubbio del se e quando verranno colmati.
di Angelo Loreto 
dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 30.11.2010

lunedì 29 novembre 2010

venerdì 26 novembre 2010

LA PROTESTA DI UNA DIPENDENTE SPOSTATA IN UN UFFICIO INESISTENTE. ERA DA QUATTRO ANNI IN SERVIZIO PRESSO IL GABINETTO DEL SINDACO

Una dipendente comunale spostata dall’ufficio del sindaco Italo D'Alessandro, dove era in servizio da quattro anni, per fare posto alla staffista del primo cittadino e trasferita in un sottoscala "fantozziano". Sfrattata "illegittimamente" secondo le opposizioni che sulla questione hanno presentato due interrogazioni al sindaco.
E' la vicenda di una dipendente del Comune addetta alla segreteria del sindaco da quando il commissario prefettizio Paola Galeone aveva, nel 2006, istituito l’ufficio di gabinetto del primo cittadino. In precedenza la donna era addetta all’ufficio contratti al quale e stata riassegnata lo scorso 4 novembre, quando D'Alessandro, con proprio decreto, ha assunto a tempo determinate, per due mesi, una staffista. Ma la dipendente avrebbe riferito che l’ufficio contratti non opera da tempo, trovandosi infatti ad avere a che fare con una scrivania vuota. Il tutto e avvenuto alcuni giorni fa, tanto che la donna ha inscenato una sorta di protesta, sedendosi platealmente all'ingresso dei corridoi di Palazzo di Città per dimostrare che non vi sarebbe alcuna pratica da svolgere per il servizio a cui e stata affidata.
Cosi sette consiglieri di opposizione due giorni fa hanno presentato due interrogazioni per chiedere "su quale fondamento giuridico e stato costruito il decreto del sindaco numero 89 del 4 novembre con il quale e stata rimossa dall’ufficio di gabinetto del sindaco la dipendente che da diversi anni ha svolto le relative mansioni senza alcuna nota di demerito, sostituendola bruscamente con altra utilità presa dall'esterno atteso che la normativa vigente consente il ricorso all’esterno per simili incarichi a condizione che non sia possibile reperire tra i dipendenti le professionalità richieste".
In merito invece a come si sarebbe svolta la vicenda, i consiglieri chiedono "se risponda al vero che siano stati impartiti ordini di intervento anche dei vigili urbani per convincere la dipendente spostata repentinamente e immotivatamente ad altro ufficio; se risponda al vero che tale ordine abbia provocato un comprensibile stato di malessere per la dipendente; se non ritenga giusto ed opportune riesaminare la questione, anche in considerazione del fatto che la suddetta dipendente occupava il posto in questione in maniera del tutto legittima e che lo stesso posto è occupato ora da unita esterna in maniera del tutto illegittima".
Angelo Loreto


dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 25.11.2010

DIMETTETEVI!






mercoledì 24 novembre 2010

BLIZ SUL CANILE

Dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 23 novembre 2010

PARCO DELLE GRAVINE: AGGIORNAMENTI

dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 22 novembre 2010

dal Corriere del Giorno del 23 novembre 2010

CASO DI GIORGIO: gli aggiornamenti del 23 novembre

Dalla GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO DEL 23 NOVEMBRE 2010

DAL QUOTIDIANO DI TARANTO DEL 23 NOVEMBRE 2010


DAL CORRIERE DEL GIORNO DEL 23 NOVEMBRE 2010



lunedì 15 novembre 2010

TUTTA LA RASSEGNA STAMPA SUL CASO "DI GIORGIO"

DALLA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO DEL 17.11.2010




DALLA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO DEL 16.11.2010





DALLA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO DEL 15.11.2010


DALLA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO DEL 14.11.2010



DAL CORRIERE DEL GIORNO DEL 13.11.2010


DALLA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO DEL 13.11.2010











venerdì 12 novembre 2010

mercoledì 10 novembre 2010

CONTINUA LA DISCUSSIONE SUL PARCO DELLE GRAVINE



dalla Gazzetta del Mezzogiorno

Il giudice: «Mi faccio la casa in centro»

da: www.lagazzettadelmezzogiorno.it


BARI - Si considerava «un santo», il protettore dei contribuenti vessati. Ma, per i giudici, aveva «un incontenibile obiettivo di illecito arricchimento ». Il giudice tributario Sandro Quintavalle è il vero dominus del sistema: spregiudicato, a tratti guascone, parla apertamente e senza alcuna remora di sentenze, ricorsi, convocazioni, fascicoli di causa. E di soldi, le gibbanzeche chiede ad avvocati e commercialisti, ma anche di biancheria intima, televisori, biglietti per il tennis. Intorno al giudice tributario Quintavalle, che la finanza mette sotto intercettazione anche in ufficio e in auto, ruotano tutti quelli che hanno in qualche modo a che fare con la sua commissione.
Tanto che lui, a volte, fa addirittura i conti su ciò che dovrà ancora incassare. Come il 17 novembre 2009, mentre è in macchina con il fratello Sesto (ai domiciliari): «Devo fare centomila euro tondi tondi tondi... 2.000 euro mi deve dare Beniamino Di Cagno, 6.000 euro mi deve dare Donato Radogna, 5.000 euro Giorgio Treglia, 15.000 euro uno di Altamura, 8.000 un altro... mi devo prendere un bell’appartamento in centro».
Quintavalle, annota il gip nell’ordinanza, sapeva benissimo di essere oggetto delle attenzioni dei finanzieri. Eppure, ha sempre proseguito nella sua attività parallela: «Nell'intero periodo di svolgimento delle indagini - dicono i magistrati - il Quintavalle non ha mai interrotto la realizzazione delle condotte delittuose, che appaiono chiaramente frutto di un vero e proprio sistema ampiamente collaudato e sperimentato ».
E non si tratta soltanto di puntare al denaro, che pure non manca: numerosi commercialisti e avvocati «riforniscono » il giudice tributario con un compenso monetario. In alcuni casi, infatti, lui punta anche sui regali. Anche assolutamente futili: al commercialista della ditta Putignano di Noci, Franco Della Corte (finito ai domiciliari), che vuole informazioni su un ricorso per l’Ici, lui chiede ad esempio i biglietti per il tennis (Raffaele Putignano è il proprietario di Nova Yardinia, dove si sono svolte alcune manifestazioni internazionali). In questa intercettazione i due parlano del ricorso:
Della Corte: «Raffaele proprio stamattina mi ha chiesto... “Sandro ti ha fatto sapere niente a proposito della questione dell’Ici?”».
Sandro: «Ah, su questa question e...».
Della Corte: «E io gli dissi... No l’ultima volta che sono andato con Sandro lui mi ha detto di stare tranquillo che in pratica ha...».
Sandro: «E vabbè ma... Stefano Montanari non ti ha aggiornato?».
Della Corte: «No».
Il problema della ditta Putignano, ricostruisce il gip, è una cartella esattoriale da 920.000 euro: la sentenza «è stata totalmente favorevole al contribuente (...) nonostante le diverse indicazioni della Cassazione ». E quella sentenza, secondo la procura, sarrebbe stata ottenuta in cambio di «4/5.000 euro e n. 6 biglietti per un torneo di tennis» svolto a luglio 2009, «nonché 3 bottiglie di vino». Ma per quelle bottiglie, contenute in un cestino natalizio, il giudice Sandro Quintavalle si lamenta pure, in una delle consuete chiacchierate in macchina con il fratello Sesto alla vigilia del Natale 2009.
Sesto: «Bottiglie di Selva Rossa».
Sandro: «Che cosa è?».
Sesto: «Vino è, vino».
Sandro: «Portatelo».
Sesto: «Solo questo ha mandato?». (...)
Sandro: «Pensavo che cazzo... è tutto... Tre bottiglie... che cazzo me ne frega».
Sesto: «Ma tu hai... ma tu hai idea Putignano quante persone c’ha?». (...)
Sandro: «Ma quanto costa una bottiglia? Per curiosità?».
Sesto: «Dodici euro».
Sandro: «Vale 30 euro quel cestino là, più quella cosa, se mandavano lo scamorzone, due capi di salsiccia, uno spumante...». M
a naturalmente il problema non sono bottiglie e scamorzoni, né le magliette intime («Le fanno lana fuori e cotone dentro?») che chiede a un altro degli arrestati. A Quintavalle sono infatti stati sequestrati tre appartamenti, per un valore di circa 500mila euro: lo studio professionale di via Concilio Vaticano II 148, le abitazioni di via Dalmazia 179 e via Robert Kennedy 2/b, tutti beni che secondo la procura sono «sproporzionati » rispetto alle dichiarazioni dei redditi. Tra il 1992 e il 2008 ha percepito in tutto 489mila euro lordi, cioè meno del valore degli appartamenti: che dunque, è l’ipotesi degli investigatori, insieme ai 200.000 euro in contanti prelevati da una banca in viale Kennedy e trasferiti dal fratello Sesto, costituiscono parte dei proventi della corruzione».
[g.l. - m.s.]

venerdì 5 novembre 2010

INTERVENTO IN CONSIGLIO COMUNALE

pubblico il mio intervento durante il Consiglio Comunale del 14 ottobre 2010 con oggetto: ordinanza TAR Lecce n. 733/2010. Determinazioni in merito all'approvazione del atti di Bilancio 2010 e del Pluriennale 2010/2012.






INTERVISTA STUDIO 100 PRIMA PARTE

INTERVISTA STUDIO 100 SECONDA PARTE

INTERVISTA STUDIO 100 TERZA PARTE

intervista La7