• CASTELLANETA DUBBI SUL SITO IN CUI L’OPERA ANDRÀ REALIZZATA. DUE COMMISSIONI DOVRANNO STILARE UN REGOLAMENTO
ANGELO LORETO
• C A S T E L L A N E TA . E' arrivato lo stop alla realizzazione della centrale di biogas. Da Palazzo di Città nei giorni scorsi è partita una lettera di sospensione inviata alla ditta Biolat di Palagiano che il 6 ottobre scorso aveva presentato la dia (dichiarazione di inizio attività) per la costruzione di una centrale per la produzione di biogas da biomasse da 999Kwh in contrada Le Grotte. «Grazie al nostro silenzioso lavoro» dice Giustino Massafra, il consigliere comunale della lista di maggioranza Cittadini per Castellaneta, riferendosi anche all'interessamento dell'esponente ex Pdl Giuseppe Rochira.
Nei giorni scorsi - e quindi prima dell'interrogazione presentata ieri mattina dall'ex sindaco Rocco Loreto in cui si chiedeva di bloccare l'inizio dei lavori della centrale che sarebbero potuti partire domani - Massafra e Rochira hanno non solo spinto l'amministrazione a sospendere le procedure per il via all'opera ma hanno anche convocato le commissioni consiliari Assetto del territorio e Attività produttive per martedì prossimo alle 9 «per realizzare un regolamento che oltre al fotovoltaico comprenda tutte le altre energie rinnovabili, quindi anche eolico e biomasse» spiega Massafra. Che aggiunge: «Questo al di là della domanda di realizzazione della centrale che è carente di innumerevoli permessi ed elementi e che tra l'altro si vuole realizzare in una zona Sic che è anche sito di interesse archeologico».
Quindi i timori che da domani l'azienda presentatrice del progetto avesse potuto iniziare a costruire una centrale a biogas nelle campagne di Castellaneta sono fugati, in attesa che le due commissioni consiliari, composte da metà del consiglio comunale, si riuniscano per stilare un regolamento che chiarisca modi e termini per realizzare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Per Massafra e Rochira, parlando ad una sola voce, «ci vuole un regolamento che tuteli il territorio, solo questo ci spinge ad agire in questo modo, non altro; certi siti sono patrimonio di tutti».
• C A S T E L L A N E TA . E' arrivato lo stop alla realizzazione della centrale di biogas. Da Palazzo di Città nei giorni scorsi è partita una lettera di sospensione inviata alla ditta Biolat di Palagiano che il 6 ottobre scorso aveva presentato la dia (dichiarazione di inizio attività) per la costruzione di una centrale per la produzione di biogas da biomasse da 999Kwh in contrada Le Grotte. «Grazie al nostro silenzioso lavoro» dice Giustino Massafra, il consigliere comunale della lista di maggioranza Cittadini per Castellaneta, riferendosi anche all'interessamento dell'esponente ex Pdl Giuseppe Rochira.
Nei giorni scorsi - e quindi prima dell'interrogazione presentata ieri mattina dall'ex sindaco Rocco Loreto in cui si chiedeva di bloccare l'inizio dei lavori della centrale che sarebbero potuti partire domani - Massafra e Rochira hanno non solo spinto l'amministrazione a sospendere le procedure per il via all'opera ma hanno anche convocato le commissioni consiliari Assetto del territorio e Attività produttive per martedì prossimo alle 9 «per realizzare un regolamento che oltre al fotovoltaico comprenda tutte le altre energie rinnovabili, quindi anche eolico e biomasse» spiega Massafra. Che aggiunge: «Questo al di là della domanda di realizzazione della centrale che è carente di innumerevoli permessi ed elementi e che tra l'altro si vuole realizzare in una zona Sic che è anche sito di interesse archeologico».
Quindi i timori che da domani l'azienda presentatrice del progetto avesse potuto iniziare a costruire una centrale a biogas nelle campagne di Castellaneta sono fugati, in attesa che le due commissioni consiliari, composte da metà del consiglio comunale, si riuniscano per stilare un regolamento che chiarisca modi e termini per realizzare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Per Massafra e Rochira, parlando ad una sola voce, «ci vuole un regolamento che tuteli il territorio, solo questo ci spinge ad agire in questo modo, non altro; certi siti sono patrimonio di tutti».
dalla Gazzetta del Mezzogiorno di giovedì 5 novembre 2009
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