MASSAFRA E ROCHIRA CONVOCANO IL CONSIGLIO INSIEME CON I LORETIANI E PROGETTO COMUNE
In campo aperto
Michele Cristella
“Alea iacta est”. In tempo di “repechage” di Cesare, una delle sue famose frasi (il dado è tratto) rende bene l’idea di ciò che è avvenuto nel Consiglio comunale: i consiglieri Giustino Massafra e Giuseppe Rochira hanno varcato il Rubicone, cioè sono entrati “armati” dove non dovevano entrare.
Massafra è stato eletto con una lista civica collegata al candidato sindaco D’Alessandro ed è presidente di una commissione cui compete un giudizio sul Pug. Da ultimo ha denunciato gli errori del Pug, ha chiesto revoca dei tecnici e il risarcimento danni, e per il resto lasciava l’aula e non convocava la commissione.
Rochira è stato eletto in An, è stato candidato provinciale con una lista collegata al Pdl, non è mai entrato nel Pdl, era autore di posizioni critiche, anche con interrogazioni spinose, ma restava fra le astensioni e le assenze e anch’egli è presidente di una commissione che ha da dire la sua sul Pug.
Ora, dopo alquante titubanze, entrambi il 23 scorso, hanno firmato la convocazione del Consiglio comunale insieme con il ramo d’opposizione di Rocco Loreto, cioè con Michele D’Ambrosio, Cosmo Salemme e Mario Greco e con il superstite di Progetto Comune, Rocco Rizzo.
Ed è esattamente questa convocazione la violazione del divieto di passare il Rubicone “armati”. Non è, il loro, un passaggio nel campo loretiano; ma è l’uscita definitiva dal campo di D’Alessandro, dalla maggioranza: ora i due sono in campo aperto, battitori liberi, si sarebbe detto nella Prima Repubblica, non ancora sostituita da una Seconda.
L’uscita dalla maggioranza di Massafra e Rochira e l’assenza fra i “convocatori” del Consiglio dei tre del Pd, Angelo Loreto, Luigi Notarfrancesco e Carmela Rubino, apre, se non scenari inediti, ipotesi di futuro tutte da inverarsi.
Sul versante dei movimenti partitici il Consiglio comunale è assai diverso da quello eletto. La maggioranza espulse Progetto Comune, ma recuperando uno dei suoi due consiglieri, Giovanni Bardinella, e sostituendo l’altro con un eletto nel campo loretiano, Giovanni Prenna.
Adesso che Massafra e Rochira non potranno più tornare indietro, la maggioranza mantiene un voto di vantaggio, ma quest’ultima uscita è di soggetti organici, non di riottosi e irrequieti alleati dell’apparentamento.
Dopo l’espulsione dei cristiniani, la maggioranza sostituì spuri con spuri; con l’uscita di Massafra e Rochira la maggioranza ha un grave danno d’immagine, perché si tratta di una mutilazione, di pezzi di sé o tagliati o lasciati cadere.
Il vicesindaco Vito Perrone, uomo pragmatico quant’altri mai, dice: “Finalmente, ora è tutto più chiaro”. Versione edulcorata di “Pochi ma buoni”, “Meno siamo, meglio stiamo”. D’Alessandro, però, che da avvocato di lungo corso suole vedere sostanza e forma, tace: un silenzio di avallo al suo vice, oppure di parole indicibili?
Dal versante del Pug, adesso la maggioranza è in minoranza nelle commissioni deputate a decidere sul “se” e “come” modificarlo. Che cosa faranno Massafra e Rochira, si dimetteranno non solo dalle presidenze, ma anche dalle commissioni per ripristinare le regole democratiche, o, per analogia al dettato dell’articolo 167 della Costituzione, invocheranno la rappresentatività di tutta la città e manterranno gli incarichi? La qual cosa sarà determinante per il Pug, perché, al dire di Carlo Nardulli, in municipio giacciono le nuove tavole secondo le aerofotogrammetrie regionali del 2006, per le quali il Pug subirebbe una profonda rivisitazione, essendo stato redatto su tabulati del 1999.
Altro aspetto di questa convocazione è l’assenza del Pd ufficiale. Non invitato o estraniatosi, in Consiglio il Pd non può aiutare la maggioranza, non può far parte dei sette convocatori e non può assentarsi perché sarebbe “inciucio” con la maggioranza e guarderà “in cagnesco” Massafra e Rochira accusandoli di “intelligenza col nemico”, il loro, però.
Il Consiglio si dovrà tenere nella penultima settimana d’agosto. Sarà quel giorno l’inizio del biennio che precede la conclusione della consigliatura, durante il quale le amministrazioni e le opposizioni sogliono aprire la loro campagna elettorale.
La Corte dei Conti Bacchetta il comune di Castellaneta
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